RECENSIONE FILM “C’É ANCORA DOMANI”

“C’è ancora domani” è un film che vede alla regia Paola Cortellesi, la quale lo interpreta
insieme a Valerio Mastandrea, rispettivamente nei ruoli di Delia e Ivano,mentre Romana Vergano interpreta quello di Marcella. La trama del film gira intorno alla vita di Delia, una comune donna appartenente alla realtà affamata del dopoguerra.
Ci troviamo a Roma nel 1946, a poche settimane dal referendum, ancora oggi altamente noto in quanto decisivo per il passaggio da monarchia a repubblica, inoltre, fu la prima volta in cui anche le donne presero parte al voto. Ambientato nel quartiere popolare di Testaccio dove la nostra protagonista vive insieme al marito e i suoi tre figli; Delia non ha una vita facile: porta avanti tre lavori, guadagnando una miseria, è sottopagata, in quanto la società era estremamente maschilista e ha come unico momento di svago le poche ore che passa settimanalmente con la sua amica Marisa.
A casa la situazione non è migliore, suo suocero esige da lei cure e attenzioni, mentre suo marito la maltratta verbalmente e fisicamente; la sua unica gioia e ragione di continuare a lavorare duramente è la figlia, Marcella, che ha sua volta affronta una relazione che promette di evolversi, ma non positivamente. Delia nel corso della storia combatte per restare a galla, fino a quando non le basta più sopravvivere e vuole di più sia per lei ma soprattutto, per sua figlia. Paola Cortellesi è riuscita a rendere questa donna comune un personaggio pieno di sfumature, un simbolo di ciò che una donna poteva e può ritrovarsi a passare solo per essere tale. Una storia così drammatica è rappresentata a tratti in modo comico, riuscendo comunque a mantenere un tono appropriato all’argomento, ma rendendo la narrazione più coinvolgente e scorrevole.
Uno dei piccoli capolavori di questo film è la rappresentazione delle scene di violenza, raccontate in maniera differente, ma altrettanto potente, così come un ruolo importante è svolto dalla colonna sonora, perfetta in ogni situazione.
Lo scopo finale della storia è sensibilizzare e soprattutto raccontare la sua esperienza personale, ma anche, in molti casi, cosa vuol dire anche oggi essere una donna e condannare non solo la violenza, ma anche la discriminazione di genere e solo una personalità gigante come quella di Paola Cortellesi poteva riuscire a trasformare una donna comune nel simbolo di tutte le donne.
Francesco Bombonati 4 CS