Intervista alla nostra DS

  1. Cosa ne pensa del suo ruolo? Quali sono le criticità? E quali sono gli aspetti che la rendono fiera del
    suo lavoro?
    Cari studenti, grazie per l’opportunità di condividere una pagina del primo numero del nostro giornalino.
    Il ruolo che ricopro è molto impegnativo per i tanti aspetti gestionali che devo contemperare:
    sono il rappresentante legale dell’istituzione; assicuro il funzionamento generale dell’istituto nel
    sistema di istruzione; sviluppo l’autonomia sul piano gestionale e didattico.
    Promuovo i diritti costituzionalmente tutelati come elencati all’art. 2 “La Repubblica riconosce e
    garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
    personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e
    sociale”. Quindi, assicuro:
  2. il diritto all’apprendimento degli alunni;
  3. la libertà d’insegnamento dei docenti;
  4. la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie.
    Dal punto di vista didattico educativo sono responsabile del successo formativo degli studenti per il
    contributo personale che do’ nella gestione della scuola. Curo i rapporti con gli organi collegiali,
    presiedo il Collegio Docenti, nomino i dipartimenti quale articolazione del Collegio, affido incarichi e
    deleghe per diffondere la cultura della collaborazione e senso di condivisione e appartenenza secondo
    lo stile di una leadership diffusa quale quella definita da Daniel Goleman.
    Il dirigente scolastico, infatti, deve assumere il ruolo di leader educativo. I due concetti, leadership ed
    educativo, evidenziano una concezione della scuola dinamica e in evoluzione, che mantiene saldo il
    riferimento al proprio compito costituzionale (Cost 33) e si apre al confronto con la società della
    conoscenza.
    Il ruolo del Ds è molto complesso e richiede dedizione e lucidità gestionale. Sono fiera del lavoro che
    conduco, coadiuvata dai docenti dello staff di presidenza e da tutti coloro che, con spirito di servizio,
    dedicano tempo e competenza al continuo miglioramento della scuola.
  5. Sappiamo che sta per terminare il suo primo mandato da DS presso la nostra scuola, ci può fare un
    bilancio? Si pente di qualcosa?
    Il primo triennio si è concluso nel 2023. Ho rinnovato l’incarico per altri tre anni sino al 2026.
    Sono fiera ed orgogliosa della scuola che stiamo costruendo. Vi è un progetto condiviso di
    rinnovamento digitale, ambientale e umano. Non ci sono pentimenti ma, anzi, tanta voglia di continuare
    a fare bene il mio lavoro.
  6. Ci può raccontare di un’esperienza che ricorda davvero con piacere?
    Ci sono state tante esperienze positive in questi anni. Quella che ricordo con maggior piacere è stata la
    realizzazione del sentiero del filosofo presso la sede succursale. Dall’idea embrionale della prof.ssa
    Micheli, alla condivisione in collegio docenti, con il presidente del Municipio XI, al reperimento fondi
    necessari attraverso l’assegnazione avuta tramite il PON EDUGREEN per la realizzazione del verde, aule
    outdoor e un orto come aula didattica per l’inclusione. Credo sia l’esperienza più completa ed integrata
    nel territorio che la nostra scuola abbia fatto. Ci siamo fatti apprezzare dal Municipio ed abbiamo
    iniziato con le istituzioni una proficua collaborazione. Il progetto successivamente si è ampliato con la
    realizzazione di un anfiteatro(aula Bob Dylan) e un giardino dei giusti che inaugureremo ad Aprile 2024.
  7. Dando uno sguardo al suo percorso compierebbe qualche scelta differente?
    La vita mi ha presentato tante opzioni possibili ed io ho colto quelle che sentivo vicine alle mie corde.
    Sono soddisfatta di tutto ciò che riesco a fare per questa comunità. Si può sempre fare di più e meglio
    nella vita e questo è il mio costante obiettivo.
  8. Aveva intenzione già dalla più tenera età di lavorare in questo ambito? O c’è qualcuno che le ha
    trasmesso questa passione?
    Ho sempre desiderato lavorare nella scuola ed ho iniziato il mio percorso da docente di lingua e
    letteratura inglese tanti anni fa. La passione per l’insegnamento e la cura delle relazioni umane mi
    hanno sempre caratterizzata. Ad un certo punto della vita ho sentito il bisogno di un cambiamento
    significativo e mi sentivo pronta per un diverso ruolo nella comunità.
  9. Cosa ne pensa del modello DADA? È un progetto ambizioso, ha qualche possibilità che possa
    rimanere in pianta stabile nella nostra scuola?
    I cambiamenti sono sempre benvenuti perché ci aiutano a mettere in atto il nostro desiderio di
    miglioramento continuo. Non solo, cambiare punto di vista e prospettiva è necessario per crescere e
    comprendere chi siamo e quale sia il nostro percorso. Il Modello DADA aiuterà gli studenti a
    implementare le competenze civiche- relazionali, di responsabilità, di supporto ai propri pari, di rispetto
    per l’ambiente, etc.
    Per i docenti sarà l’opportunità di un cambiamento strutturale nell’approccio alla didattica. Potranno
    avere uno spazio disciplinare personalizzato da offrire agli studenti.
    Il vero cambiamento avviene, come diceva lo scrittore inglese C. Dickens, quando passi da I WISH ad I
    WILL. Quando, cioè, dai forma ai tuoi desideri rendendoli realtà.
    Questo il mio augurio a ciascuno di noi.
  10. Invece parlando del futuro, cosa ne pensa dell’ormai avviata attività di sviluppo informatico e
    tecnologico dell’istruzione? Fino a quanto ci si spingerà? Ci si dovrebbe porre qualche limite?
    Il futuro non ci aspetta, ci precede.
    Il digitale è parte integrante delle nostre vite e non potremmo immaginare un mondo diverso.
    Certamente, equilibrio è la parola che deve guidarci nel nostro cammino.
    La didattica può beneficiare degli strumenti informatici e della rivoluzione digitale ma, al contempo, il
    rapporto docente – discente deve essere il faro della relazione educativa.
    È importante creare un rapporto di credibilità, affetto, stima reciproca e condivisione affinché il
    contenuto possa trasferirsi dal docente al discente e viceversa. La relazione umana basata sul rispetto
    e condivisione di obiettivi comuni sono il collante imprescindibile per il successo formativo dei nostri
    studenti.
    Auguro a ciascuno di noi la possibilità di trovare il “nostro personale futuro”
    .
    Prof.ssa Paola Palmegiani